10 settembre 2009

la grazia della fraternità

Il Signore mi diede dei fratelli: la grazia della fraternità!
Con S. Francesco è nata un’istituzione che non prevedeva conventi, eppure egli voleva che i suoi discepoli conducessero vita comune realizzata più da vincoli di persone che da vincoli di luoghi. Unica cosa che rattristava i primi frati era il doversi separare.
S. Francesco si mostrava buono e comprensivo con tutti, adattandosi in modo opportuno e saggio a ciascuno. Aborriva la mormorazione ed evitava i maldicenti. L’amore doveva essere esteso anche ai familiari dei fratelli. Era molto severo con i fratelli che recavano danno alla fraternità con il cattivo esempio.
Ogni fratello ami come una madre. I vincoli fraterni devono superare quelli del sangue.
Cost. 30, 1-2: Ognuno è corresponsabile della vita della fraternità locale e dell’ OFS in generale. Il senso di responsabilità esige: la presenza, la preghiera, la collaborazione attiva.
Cost. 40, 1; 3: Si è formati alla vita fraterna e alla preghiera mediante riunioni di studio e di preghiera e mediante esperienze concrete di servizio e di apostolato.
Cost. 24, 2 : Si raccomanda: dialogo e comunicazione di esperienze sulla spiritualità familiare e l’impostazione cristiana dei problemi familiari; condivisione dei momenti importanti della vita familiare dei confratelli; attenzione a situazioni particolari e condizioni difficili; il favorire il dialogo intergenerazionale.
essere soggiogati, soggiogare
Dialogo: l’incontro di due identità senza l’identificazione, simbiosi
doppiezza e voler convincere
· Il dialogo è fatto più di silenzio, che di parole. Dopo aver ascoltato le parole dell’altro,
silenziosamente, col cuore, con comprensione
una sola delle tue parole sarà più edificante di una cascata di discorsi.
· Siamo in fraternità per imparare ad essere “PANE” : cioè imparare a donare ogni giorno di più e meglio noi stessi, come Gesù.
La fraternità: amando gli uomini, imparerai ad amare Dio.
Lo scopo della tua vita: nessuno si allontani da te senza essersi sentito amato da te e per mezzo tuo da Dio!
Raccoglierai ciò che avrai donato; e perderai ciò che avrai trattenuto….
Fai del bene oggi,
senza ricordarti di quello che hai fatto ieri
e senza preoccuparti del domani, che è nelle mani di Dio!

IL FONDAMENTO DEL FRANCESCANESIMO

IL FONDAMENTO del francescanesimo : GESÙ CRISTO – IL VANGELO
Gesù Cristo: il modello
Umanità di Cristo: S. Francesco, meditando innanzitutto il mistero della santissima umanità di Gesù, vive con Lui un rapporto personale; si appassiona a custodirlo nel cuore: lo porta continuamente nel ricordo, sulle labbra e nelle opere. Era davvero molto occupato con Gesù… Lo vede nella creazione, nei poveri, nei lebbrosi.
Tenerezza per Gesù Bambino: il Natale è per S. Francesco la festa delle feste. Pensa alla rappresentazione vivente del Natale per cogliere in maniera più profonda il mistero dell’Incarnazione. L’umiltà di Dio che si fa carne gli occupa sempre di più la memoria.
Compassione per il Crocifisso: S. Francesco pregava davanti al Crocifisso. Il Crocifisso gli parla. Medita costantemente sulla Passione di Gesù. E per questo amore di Cristo non corrisposto dagli uomini piange; quasi non parla d’altro che della Passione del Signore. Si riveste di un abito a forma di croce e con questo segno sostituisce la sua firma. Compone l’Ufficio della Passione. Gli sono così impresse nel cuore le piaghe di Gesù che il Signore gli concede il mirabile dono delle stimmate.
Culto per l’Eucarestia: S. Francesco voleva partecipare alla S. Messa quotidianamente e spesso faceva la S. Comunione. Esigeva e predicava la pulizia delle chiese e delle suppellettili sacre: per questo lui e i frati andavano in giro a riordinare chiese. Poveri, acquistavano pissidi per l’Eucarestia. A S. Chiara e alle altre sorelle povere S. Francesco chiedeva di ricamare i lini per l’altare. Insisteva sulla presenza reale di Gesù nell’Eucarestia.
Conformità a Cristo: Due grazie S. Francesco voleva: sentire in cuore l’amore e il dolore provati da Gesù nella Passione. Cercava di imitare Gesù in tutto: nella povertà, nella questua, nella vita e nella morte, nella preghiera, nella vita apostolica e nella vita fraterna; come Gesù fu breve nella predicazione.
IL VANGELO: LA GUIDA
Il Vangelo è per S. Francesco la persona di Gesù. Qui trova Cristo: i suoi insegnamenti per poterli praticare, i suoi esempi per imitarli, la sua volontà per eseguirla.
Il Vangelo nella vita di S. Francesco: se lo faceva spiegare dai sacerdoti. Lo consultava per qualunque decisione importante. Ma prima di aprirlo, pregava.
Venera il Vangelo: vede in esso la misteriosa presenza di Cristo. “Andiamo a chiedere consiglio a Cristo” diceva, riferendosi al Vangelo. Raccoglieva i pezzi di carta che trovava per vedere se recassero la Parola di Dio, per poterli in questa eventualità riporre in luogo decoroso.
Legge il Vangelo: Leggeva con attenzione e scolpiva nel cuore ciò che aveva anche una sola volta ascoltato. La memoria era arrivata a tenere il posto dei libri. La Regola che scrisse non è altro che una serie di versetti biblici messi insieme. Ci teneva alla lettura della Liturgia della Parola quotidiana, se era impossibilitato ad andare a Messa.
Vive il Vangelo: Lo osservava alla lettera, senza annacquamenti e interpretazioni. Non fu un ascoltatore sordo…

Vita di preghiera

Vita di preghiera: Reg. 8 Cost. 12.3La preghiera è anima dell’essere e dell’operare.Mediante la preghiera l’Ofs partecipa al servizio della Chiesa di santificare (Cost. 17.4)Pregare è parlare a Dio col cuore --S. Agostino--.… parliamo a Dio, lo ascoltiamo e ci tratteniamo in mezzo agli Angeli --S. Francesco—(FF 1203) Modello: Gesù CristoComincia l’attività con la preghiera (Mc 1,35); La interrompe per pregare (Lc 11,1); La chiude con la preghiera (Mc 14,23). Trascorre lunghe ore, notti, in preghiera. Prega prima di scegliere gli apostoli, prima della promessa del primato a Pietro, prima della Trasfigurazione, mentre istituisce l’Eucarestia, prima della Passione, durante l’agonia e col suo ultimo gemito sulla croce. Il Padre non lo lascia mai solo. Il Padre lo esaudisce sempre. Nei Vangeli troviamo diverse “preghiere” di Gesù. San Francesco: non tanto un uomo che prega, quanto uomo fatto preghiera (FF682) Per pregare bene: un cuore proteso verso Dio, un cammino graduale, un tempo stabilito, un impegno quotidiano, un luogo adatto, un clima di silenzio. Il contenuto della preghiera francescana:Lode (Lodi di Dio altissimo FF 261 ) Ringraziamento (cantico di Frate Sole FF263) Espiazione (FF 272-273) Domanda … il Regno, lo Spirito, il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno (FF297)Modalità della preghiera francescana:Liturgica: Messa e liturgia delle Ore (Cost. 14.4) e Personale: Vocale e mentale (Cost. 30.2)In fraternità (Cost. 15.2) e in famiglia (Cost. 24.1)

OFS: FRATERNITÀ ATTORNO A GESÙ

OFS: FRATERNITÀ ATTORNO A GESÙ

Il senso di una presenza: (Cost. art. 37/2; 40/2). Lo Spirito Santo è il principale agente della formazione e noi dobbiamo collaborare con Lui.
Non una specialista (mi mancano esperienza, cultura e carismi): una sorella con cui condividere il cammino di fede cristiano-francescano. Maturare mediante il dialogo, la sincerità e la chiarezza.

Novità di Francesco: una fraternità attorno a Gesù (Reg. 4) (Cost. art. 9)


Fraternità data: dal Testamento: Il Signore mi diede dei fratelli (FF 116)
Coniughiamo il cammino personale e il cammino di fede
alla prima persona plurale “NOI”

Fraternità da costruire: (Cost. art. 3/3) con senso d’identità,
impegno, partecipazione,
senso di appartenenza (la fraternità sono io, anche se non da solo)

Fraternità da amare: condivisione di iniziative,
tempi di preghiera, dei talenti di grazia e di natura,
attività apostoliche e tempo libero, ecc… (Cost. 21/2)

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù: (Mc 6,30) Questa è una verità, un esempio, un metodo, una consegna alla Chiesa e ad ogni fraternità. Non c’è fraternità se non attorno a Lui. Attorno a Lui si cresce, si impara, si vive, ci si corregge, ci si incoraggia, si fa verifica e ci si rinsalda.
Gli riferirono tutto quello che avevano fatto insegnato: questo è il metodo per diventare liberi, veri, autentici, saggi come il Maestro. Riferire tutto a Gesù vuol dire evitare l’errore, la falsità, l’ipocrisia, l’eresia, il soggettivismo, l’egoismo, l’autoritarismo. Riferire tutto a Gesù vuol dire riconoscere che uno è il Maestro e noi siamo tutti discepoli. Riferire tutto a Gesù significa rendere conto a Lui della nostra amministrazione. Riferire tutto a Gesti aiuta a confrontarti e a sintonizzarti con gli altri discepoli e condividere con essi gioie e insuccessi.
È questi riunirsi attorno a Lui e riferirGli tutto che ci forma e matura e ci rende simili a Lui, approvati da Lui e mandati da Lui.

annuncio (Cost. art. 17/1) (Cost. art.19/1)
Conseguenza: profezia del popolo nuovo, dell’uomo nuovo in Cristo
primizia (Francesco: alter Christus)


Fraternità: “chiesa” nella Chiesa
“chiesa” per la Chiesa (Cost. art. 13/2)
“chiesa” con la Chiesa

9 settembre 2009

A Josephine e Francesco

INNO ALL'AMORE
(dalla prima lettera ai Corinti di San Paolo)
Se parlo le lingue degli uomini
E anche quelle degli angeli,
Ma non ho amore,
Sono come un metallo che rimbomba,
Uno strumento che suona a vuoto.

Se ho il dono di essere profeta
E di conoscere tutti i misteri,
Se possiedo tutta la scienza
E anche una fede da smuovere i monti,
Ma non ho amore,
Io non sono niente.

Se do ai poveri tutti i miei averi,
Se offro il mio corpo alle fiamme,
Ma non ho amore,
Non mi serve a nulla.

Chi ama è paziente e generoso.
Chi ama non è invidioso,
Non si vanta,
Non si gonfia di orgoglio.

Chi ama è rispettoso,
Non cerca il proprio interesse,
Non cede alla collera,
Dimentica i torti.

Chi ama non gode dell'ingiustizia;
la verità è sua gioia.

Chi ama tutto scusa,
Di tutti ha fiducia,
Tutto sopporta,
Mai perde la speranza.
L'amore non tramonta mai.

Auguri. Sinceramente e fraternamente Annio

8 settembre 2009

Josephine e Francesco Sposi

Il 5 Settembre si sono sposati due nostri fratelli Josephine e Francesco.
Tanti auguri da parte della vostra famiglia.

Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
e tra voi danzino i venti dei cieli..
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto, benchè vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia rifugio all'altro.
Poichè solo la mano della vita uò contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
le colonne del tempio si ergono distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l'uno all'ombra dell'altro.
K. Gibran